Non ho mai smesso di
ammirare
Le cose intorno a me
Anche se dentro di me le ho odiate
Perché mi risultavano insulse
Un insulto alla mia inutilità
Così rigorose e naturali
Mi davano un senso di finito
E io volevo essere infinito
E vedere tutto il resto esserlo
Diventarlo grazie alla mia mano
Benigna e intestardita nella bontà
Mentre gli altri mi sorridevano
Invece non ho mai amato
Parlare degli altri se non attraverso di me
E a dir la verità non sono bravo
Neanche a descrivere le cose
Che ho ammirato e banalizzato
Con le mie scarpe consumate
Dalle stagioni inflessibili e perfette
Che mi dicevano “sei così e basta”
Mentre io mi dicevo “non te la prendere”
E osservavo l’altalena che andava su e giù
Con sopra un altro uomo, un altro bambino
Certamente più degno di essere vicino a Dio
Non ho mai ricevuto un sorriso bonario
Che volesse dire “tu importi nella mia vita"
Avrei voluto essere donna
Per essere corteggiato a più riprese
Allo stesso tempo avrei voluto essere uomo
Maschio alfa beta e gamma
Tutto in uno, uno in tutto
Dentro e fuori alla mente, alle viscere dell’amore
Ma, incassando i colpi di pietre arrotondate
E fredde, mi sono orientato nel mondo
Per quello che ho potuto, nel mio limitato spazio
Ho bevuto da una borraccia avvelenata
E sofferto i dolori di stomaco
Mentre gli altri mi guardavano e mi compativano
E quando sono stato davvero libero
Nessuno era con me, perché così si suppone
Sia la libertà: essere soli completamente
Fiduciosi nelle proprie forze senza dipendere
E in effetti ho goduto di questa mia solitudine
Che mi ha portato qua e là nella mia stanza
Ma ho pensato spesso ai miei amici-nemici
Fuori dalle mura della mia casa moderna
In questo mondo occidentale al quale appartengo
Per diritto di nascita, per dovere civico
Rispettando le leggi di idioti emancipati
Mentre il sole mi prendeva in giro sorgendo
P. G. Boccacci
Le cose intorno a me
Anche se dentro di me le ho odiate
Perché mi risultavano insulse
Un insulto alla mia inutilità
Così rigorose e naturali
Mi davano un senso di finito
E io volevo essere infinito
E vedere tutto il resto esserlo
Diventarlo grazie alla mia mano
Benigna e intestardita nella bontà
Mentre gli altri mi sorridevano
Invece non ho mai amato
Parlare degli altri se non attraverso di me
E a dir la verità non sono bravo
Neanche a descrivere le cose
Che ho ammirato e banalizzato
Con le mie scarpe consumate
Dalle stagioni inflessibili e perfette
Che mi dicevano “sei così e basta”
Mentre io mi dicevo “non te la prendere”
E osservavo l’altalena che andava su e giù
Con sopra un altro uomo, un altro bambino
Certamente più degno di essere vicino a Dio
Non ho mai ricevuto un sorriso bonario
Che volesse dire “tu importi nella mia vita"
Avrei voluto essere donna
Per essere corteggiato a più riprese
Allo stesso tempo avrei voluto essere uomo
Maschio alfa beta e gamma
Tutto in uno, uno in tutto
Dentro e fuori alla mente, alle viscere dell’amore
Ma, incassando i colpi di pietre arrotondate
E fredde, mi sono orientato nel mondo
Per quello che ho potuto, nel mio limitato spazio
Ho bevuto da una borraccia avvelenata
E sofferto i dolori di stomaco
Mentre gli altri mi guardavano e mi compativano
E quando sono stato davvero libero
Nessuno era con me, perché così si suppone
Sia la libertà: essere soli completamente
Fiduciosi nelle proprie forze senza dipendere
E in effetti ho goduto di questa mia solitudine
Che mi ha portato qua e là nella mia stanza
Ma ho pensato spesso ai miei amici-nemici
Fuori dalle mura della mia casa moderna
In questo mondo occidentale al quale appartengo
Per diritto di nascita, per dovere civico
Rispettando le leggi di idioti emancipati
Mentre il sole mi prendeva in giro sorgendo
P. G. Boccacci
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